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Lectio divina – Ascensione del Signore – Anno B

Inserita il: 14/05/2021

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Mc 16,15-20
“Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, 
fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”

E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno».  Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano.

CONTESTO E TESTO
L’ascensione del Signore completa la Pasqua: Gesù sale al Padre dopo essere apparso per 40 giorni ai suoi discepoli. La liturgia della Parola di questa solennità ci aiuta a contemplare il mistero di Cristo Gesù che pur tornando al Padre rimane sempre con noi e ci accompagna nella missione che ci affida di essere suoi testimoni fino ai confini della terra. Come ci ricorda la preghiera di colletta, con il Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto al Padre: Lui con noi e noi con Lui.
 
Il testo del Vangelo tratto da Marco 16, 15-20, è praticamente la conclusione del suo Vangelo, in cui Gesù rivolge il discorso di commiato ai suoi discepoli e poi li manda in missione in tutto il mondo a proclamare il Vangelo ad ogni creatura. Gesù descrive ai suoi discepoli una duplice reazione di fronte al loro annuncio del Vangelo: accoglienza o rifiuto. Due reazioni decisive perché l’accoglienza della fede è la condizione per ricevere il battesimo ed essere salvati mentre chi rifiuta sarà condannato, come dire si condanna da solo perché si autoesclude. Gesù descrive anche i segni che accompagneranno quelli che credono: in molti modi scacceranno il maligno e tutte le sue opere di male, ma soprattutto descrive i prodigi che permetteranno ai discepoli di parlare lingue nuove, di prendere in mano serpenti o bere veleno, senza esserne danneggiati. 
 
In particolare Gesù dice che i suoi discepoli saranno capaci di imporre le mani sui malati e di guarirli. Questi ed altri segni si sono sempre verificati nella Chiesa, nel corso della sua storia, quando è stato annunciato il Vangelo a popoli nuovi, perché il Signore stesso agisce con gli evangelizzatori e conferma la Parola che annunciano con i segni che l’accompagnano. Il Risorto rimane sempre presente nella sua Chiesa anche se è assiso alla destra del Padre: è il mistero della figliolanza divina di Gesù.

APPROFONDIMENTO DEL TESTO
Gesù, a conclusione della sua missione sulla terra, trasmette la sua missione ai discepoli perché la possano continuare e, addirittura, arrivare fino ai confini del mondo e a tutte le creature, senza limiti. Ad ogni creatura (alla lettera: a tutta la creazione). Tutta la creazione viene unificata dal dono dello Spirito. La creazione, rotta in frammenti dal peccato dell’uomo, viene risanata e unificata e questo implica una grande circolazione di vita in tutte le parti. Il corpo non è annullato, il corpo pneumatico del Cristo non è solo spirito, così come sarà il nostro alla fine dei tempi. Il corpo di Cristo è uscito dal sepolcro con un’innocenza e freschezza piena di vita, un corpo che non è più privo dello Spirito.
 
L’annuncio del Vangelo provoca una duplice reazione: chi crede e chi non crede. La fede porta ad essere battezzati per essere salvati (cfr. At 2,40-42). Il rifiuto dell’annuncio opera la condanna. La signoria di Cristo, contenuta nell’Evangelo, opera questo discernimento degli uomini e nello stesso tempo immerge i credenti nei segni che testimoniano che Gesù è il Signore. I segni stanno a indicare la presenza del Signore glorioso mediante il suo Evangelo. Questo viene a contatto con tutta la creazione e immette in essa l’energia vivificante e salutare del Cristo. È il principio della nuova creazione che ha nel corpo di Cristo e nell’effusione benefica del suo Spirito, la forza rinnovatrice. I segni sono manifestazione di potenza di fronte alla Creazione. Sono segni che risanano la Creazione e che scaturiscono dalla potenza del Risorto. 
 
Il Cristo opera insieme là dove è il suo Evangelo che viene confermato da Lui mediante i prodigi che seguono coloro che credono. I segni continuano, ci sono: soltanto che il Signore li vela per sua misericordia, ma l’effetto della Risurrezione c’è. Tanto più quando non li vediamo, non vengono incontro all’incredulità. Essi sono nascosti quando le operazioni sono molto spirituali e quando sono in continuità più forte e più profonda con l’Eucarestia. Dobbiamo dare meno importanza ad altre cose. 
 
Anche il profeta Elia viene elevato in cielo su un carro di fuoco “Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo” (2Re 2,11). E il Salmo 110 fa una eco orante a questo mistero: “Oracolo del Signore al mio Signore: «Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi” (Sal 110,1).
 
In Gesù si realizza ciò che è stato enigmaticamente annunciato in Elia e nel Re-Messia, figlio di David. Le pagine misteriose della Scrittura s’illuminano nel suo Mistero. L’accostamento dei due testi profetici rivela la gloria di Gesù. Di Elia è detto solamente che salì al cielo ma non è detto dov’è. Di Gesù è detto, applicando il salmo 110,1 che siede alla destra di Dio. Ma il momento dal quale il Signore è assiso alla destra della potenza di Dio è quello in cui si dichiara Figlio di Dio davanti al Sinedrio: «Ma da questo momento (alla lettera: da ora) starà il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio» (Lc 22,69). Questo ora è il suo oggi eterno, quell’oggi dell’unzione regale, è l’oggi in cui, adempiute su di Lui le Scritture, Egli è assiso alla destra di Dio.
 
Il Signore è glorificato dopo aver loro parlato. È l’adempimento della Parola annunciata nei profeti come dice la Lettera agli Ebrei: In questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo (1,2). Siede: è il giudicare. La maggioranza dei testi riferisce il sedersi alla destra del Padre al giudicare: Gesù sta giudicando: viviamo contemporaneamente a questo giudizio operato dal Cristo: Gesù agisce con loro, l’energia giudicante del Cristo si opera nell’annuncio dell’Evangelo. 
 
La rivelazione trinitaria si realizza in Gesù: ora siamo in rapporto con tutto Dio rivelato in Gesù; sottrarre il Signore crea già la tensione escatologica: l’umanità è tratta: c’è una caparra di essa nel seno della Trinità: andranno ad annunciare questa imminenza del ritorno del Signore. L’assunzione è l’immersione dell’umanità di Cristo nel seno della Trinità: da qui Cristo ci attrae a sé. La parola non dona la fede se Egli non la riempie della sua presenza. Senza la visione del Cristo nella fede non si può credere. Sulla fede è anche l’ultima parte: i miracoli sono dati a quelli che credono, sono conferma per chi ha creduto e manifestazione dell’energia della fede. 
 
Vi è una dilatazione dell’annuncio della Risurrezione nonostante l’incredulità: l’apparire e il diffondersi della luce annienta di per sé le tenebre (cfr. Gv 1,5). Gesù si è manifestato nella stella ai Magi (Mt 2,7); si è manifestato nella potenza di Dio tanto che le folle dicono: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!» (Mt 9,33). Ora si manifesta nella Risurrezione. Nell’ultimo giorno «comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria» (Mt 24,30). Noi viviamo nella luce della sua manifestazione nella Risurrezione e nell’attesa dell’ultima manifestazione.
 
La Chiesa custodisce sia nel mistero che nel sacramento questa epifania. Essa la custodisce in una luce vivissima e in un canto sponsale fedele nel mistero là dove essa è senza macchia e ruga; nella piccolezza e debolezza e incredulità nel sacramento là dove essa appare visibilmente in noi che nella nostra carne siamo ancora da redimere in modo definitivo. Il mistero appartiene all’ordine dello Spirito e il Sacramento all’ordine della carne ma quando il Mistero tocca il sacramento lo brucia perché è un fuoco divorante così quando lo Spirito tocca la carne.

 




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