testata spagnolo testata italiano testata albanese testata cinese testata portoghese testata portoghese2 testata inglese testata latino testata coreano testata spagnolo2

Lectio divina – Presentazione del Signore - Anno A

Inserita il: 30/01/2020

0 commentario(i) ...

 
 
 
 
 
 
 
Lc 2,22-40
I miei occhi hanno visto la sua salvezza

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore 23– come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. 25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, 26e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

CONTESTO E TESTO
Quest’anno la 4° domenica del tempo ordinario coincide con la festa della Presentazione al Tempio di Gesù e le letture ci guidano a contemplare questo mistero di donazione e di tenerezza. Questa festa si celebra a 40 giorni esatti dal Natale, e sono i 40 giorni del neonato che veniva portato al tempio di Gerusalemme. Gesù viene incontro al suo popolo che l’attendeva nella fede, popolo rappresentato dai due anziani che l’accolgono: Simeone e Anna. I due vegliardi sono guidati dallo Spirito e subito riconoscono in Gesù il Signore, il Salvatore.
 
Nella prima lettura il profeta Malachia profetizza questa venuta del Messia nel tempio: “Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate, l’angelo dell’alleanza che voi sospirate”. Egli sarà come il fuoco che purifica e la lisciva che toglie le macchie. Con il salmo 23 invochiamo: “Vieni, Signore, nel tuo tempio santo!” e invitiamo le porte del tempio ad alzarsi, a spalancarsi per dare accoglienza al Re della gloria. La lettera agli Ebrei, nella seconda lettura, ci ricorda che Cristo si è fatto solidale con noi assumendo la nostra carne: egli si prende cura di noi, discendenza di Abramo, per ricondurci a Dio. Egli è un sommo sacerdote misericordioso e fedele ed è in grado di venire in aiuto a noi che subiamo la prova, perché ha sofferto personalmente.

APPROFONDIMENTO DEL TESTO
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione. Il Signore non abolisce ma compie la Legge. Infatti questa è stata plasmata sulla carne del Cristo, poiché Egli è fatto da donna, fatto sotto la Legge (Gal 4,4). Nel Levitico è scritto: quando i giorni della sua purificazione saranno compiuti (12,6), questo compiersi assume per Maria un altro significato oltre a quello normale per le donne, perché avviene nella pienezza del tempo (Gal 4,4). È questo il tempo che Dio solo conosceva e in riferimento al quale dava a Mosè la Legge. Il modello visto da Mosè sul monte (Es 25,40), l’umanità del Signore Gesù, ha strutturato il Tempio e la sua Legge. 
 
Della loro purificazione. Loro della madre e del Figlio, mentre la Legge dice solamente della sua purificazione riferito alla madre. Includendo in questa purificazione anche il Bambino vuole sottolineare che Dio ha mandato il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato (cfr. Rm 8,3). Portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Questa prima salita del Signore a Gerusalemme contiene profeticamente l’altra, l’ultima. Anche la prima è sacrificale. In questa luce avviene il primo ingresso di Gesù in Gerusalemme nel Tempio: per offrirlo al Signore.
 
Come è scritto nella legge del Signore. Si trova spesso questa espressione: il Cristo sottomettendosi alla Legge la adempie pienamente, e il riscatto di Israele, primogenito di Dio, si realizza pienamente in Cristo Gesù. Ogni maschio primogenito sarà chiamato santo per il Signore. Sarà chiamato santo: sono le stesse parole dell’Angelo: sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio (1,35). Il termine santo sottolinea la natura sacrificale del Cristo (cfr. Gv 17,19: per loro io santifico (traduz.: consacro) me stesso; Eb 10,5-10).
 
L’offerta per la purificazione sottolinea come Giuseppe e Maria siano poveri, come dice il Levitico: “Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l’olocausto e l’altro per il sacrificio espiatorio”. (Lv 12,8)

Timorato di Dio è colui che evita con timore le trasgressioni della Legge, quindi è giusto e pio: è insomma un devoto osservante della Legge come Anania (At 22,12). Che aspettava: si attendeva la consolazione (25), il riscatto (38), il Regno (23,51). La consolazione infatti nasce dal riscatto dalla schiavitù, come dice Zaccaria nel cantico: liberati dalle mani dei nemici per servirlo senza timore in santità e giustizia (1,74). Questo è il Regno; infatti è scritto: Voi sarete per me un regno di sacerdoti, una nazione santa. (Es 19,6)
 
La consolazione (trad.: conforto) d’Israele, annunciata dai profeti: Consolate, consolate il mio popolo, dice il nostro Dio (Is 40,1). Davvero il Signore consola (trad.: ha pietà) Sion, consola tutte le sue rovine (Is 51,3). Il Messia dice: Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri per consolare tutti gli afflitti (Is 61,1-2). Tutti questi testi sono tratti dal "Libro della consolazione di Israele" Is 40-55.
 
Lo Spirito Santo era sopra di lui. Era, indica continuità: è un riferimento alla divina presenza che abitualmente era su di lui. L’osservazione, che egli stava sempre sotto l’influsso dello Spirito Santo, lo connota come profeta, e lo pone accanto ad Anna, esplicitamente descritta come profetessa (vv. 36ss). Perciò quanto egli dice o compie ha un peso particolare. Cosciente nello Spirito che avrebbe visto il Messia di persona, questo uomo venerando, per disposizione divina, incontra i genitori di Gesù con il Bambino nel tempio.
 
Non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Dopo aver veduto il Cristo del Signore non si vede più la morte come prima. Dice infatti il Signore: In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno (Gv 8,51). Per questo il congedo di Simeone è nella pace perché sa che non gusterà la morte in eterno in quanto è vivo come lo sono Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i giusti. Vedi Lc 20,37: il Signore Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui.
 
È un gesto nettamente sacerdotale, non solo lo vede, ma lo prende su di sé e lo fa oggetto della sua Eucarestia. Lascia, o Signore; è adesso, che secondo la Tua Parola Tu congedi: è un indicativo non un imperativo; non è tanto una invocazione della morte quanto piuttosto una constatazione che la parola di Dio detta su di lui (v. 26) si è avverata. Servo-Signore: Simeone sottolinea l’assoluta dipendenza dal Signore, così come avviene per Maria (vedi 1,38-48).
 
Perché i miei occhi han visto la tua salvezza: come è scritto: Io spero nella Tua salvezza Signore! (Gn 49,18). Mi consumo nell’attesa della tua salvezza (Sal 119,81). I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza (ivi, 123). Aspetto da Te la salvezza, Signore (ivi, 166). Desidero la Tua salvezza, Signore (ivi, 174). "Rendimi la gioia della Tua salvezza"(Sal 51,4). "Rialzaci, Dio nostra salvezza … donaci la tua salvezza" (Sal 85,5-8). 
 
La salvezza è universale come viene spiegata nel versetto seguente (cfr. Is 52,10). Luce per illuminare le genti (alla lettera: luce per la rivelazione delle genti). Rivelazione delle genti si intende che la luce viene rivelata alle genti (cfr. 1,79): per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte (Is 42,6; 49,6). E gloria del Tuo popolo Israele: come è scritto: Io dispenserò in Sion la salvezza a Israele oggetto della mia gloria (Is 46,13). La gloria del Signore brilla su di Te (ivi, 60,1). I popoli vedranno la Tua giustizia, tutti i re la Tua gloria (ivi, 62,2). Notiamo come Simeone conosce il libro della consolazione di Isaia che vede realizzato in Gesù, il Messia atteso.
 
Si stupivano. Lo stupore appartiene allo stile di questi resoconti (1,63; 2,18-47; 4,22; 7,9 ecc..) e qui esiste il motivo di meraviglia; poiché le parole di Simeone comprendono molto di più di quanto finora era stato detto su questo Bambino (1,32s; 1,54s; 2,19). Adesso perfino i popoli del mondo che disprezzano e opprimono Israele, entrano nella sfera della sua azione!
 
Simeone, rivolgendosi alla madre, si rifà alle parole del profeta Isaia: Egli sarà laccio e pietra d’inciampo e scoglio che fa cadere per le due case di Israele, laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme. Vedi Sal 118,22 ss; Rm 9,33; 1 Pt 2,6; Mc 12,10; Lc 20,17 ss. 
 
Questo scandalo, suscitato dall’apparizione di Gesù, corrisponde esattamente alla volontà di Dio. In tutti i suoi elementi quell’apparizione deluderà ed ecciterà alla più violenta opposizione l’uomo secondo natura, che non pensa i pensieri di Dio e non si lascia muovere alla conversione dalla divina verità. Dio fa superare questo scandalo e conseguire la salvezza, solo all’uomo disposto a credere. Segno di contraddizione. La sua Incarnazione, quindi la presenza del Verbo nella nostra carne mortale e il mistero della Croce, fanno di Cristo il segno di contraddizione, come è scritto nel profeta Isaia: In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa (11,10). 
 
Una spada. Con questo termine viene significato il dolore della madre che è unita al figlio, segno di contraddizione, in un’unica sorte. Maria, la madre che lo ha generato come uomo, cioè capace di patire, soffre con lui per la contraddizione. E il segno di contraddizione è costituito proprio dal legame con lui: la pietra d’inciampo è l’umanità di Gesù. 

Anna è l’ultima profetessa dell’A.T. Hanno questo titolo nella Scrittura: Maria, sorella di Mosè (Es 15,20), Debora (Gdc 4,4), Culda (2 Re 22,14), la moglie di Isaia (Is 8,3) e infine Anna. Anche Gezabele (Ap 2,20) si definisce profetessa, ma è seduttrice. Queste donne scandiscono tutta la storia salvifica fino al Cristo. Maria trascina tutte le donne nel canto della lode per l’opera compiuta dal Signore e profeticamente canta la vittoria del Cristo sulle potenze mondane (Es 15,20 ss); Debora canta la vittoria ottenuta sui nemici e termina il suo canto: siano come il sole quando sorge con tutto lo splendore (Gdc 5,31); queste parole sono riprese nell’Apocalisse (1,16) per definire il volto del Cristo. In Michea 6,4 si cita Mosè, Aronne e Maria. Vi è una simmetria. 
 
Simeone adempie un gesto sacerdotale (rapporto con Aronne); Anna profetizza come Maria, quindi il Cristo appare come il nuovo Mosè. Era molto avanzata in età: il fatto che Luca sottolinei l’età di Anna e le varie fasi della sua vita mette in risalto la lunga attesa da una parte e dall’altra che il tempo più prezioso della sua vita è quello della vedovanza in cui totalmente, nella solitudine, serve il Signore. 
 
La preghiera più forte è convalidata dal digiuno (At 13,2s; 14,23). E in questo diviene modello delle vedove cristiane (cfr. 1Tm 5,5).

Quando ebbero tutto compiuto secondo la Legge. In Lc 18,31 è scritto: tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compirà. In Lc 22,37: tutto quello che mi riguarda ha compimento. Gv 19,28: Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". Questi testi mettono in risalto che tutto è compiuto: è un’obbedienza perfetta e puntuale fino nei minimi particolari. Nulla infatti è caduco e di valore secondario nelle Scritture: lo iota e l’apice della Legge vengono adempiute, non abrogate (cfr. Mt 5,18). L’adempimento è libertà dello Spirito e liberazione dalla schiavitù della lettera.

Il Bambino cresceva. Gesù da grande dirà: E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo. Certamente Gesù attinge questa parola dalla sua esperienza. Egli è vissuto 30 anni nella casa di Nazareth rivestito dall’amore del Padre suo attraverso le cure materne di Maria e paterne di Giuseppe. Egli era quel chicco di senapa che il Padre ha preso e gettato nel suo giardino, è cresciuto ed è diventato albero dove tutti i popoli, come uccelli del cielo, fanno dimora fra i suoi rami (Lc 13,18s). In tal modo i verbi compiere e crescere conducono lo sguardo verso la croce, l’albero piantato nel giardino e che abbraccia tutte le dimensioni del Regno dei cieli. Questa crescita continua oggi nel suo corpo che è la Chiesa, come insegna l’Apostolo Paolo (Ef 4,11-13).

IN ASCOLTO DEI PADRI NELLA FEDE
“L’universalità del Natale è oggi resa pubblica anche nella forma; il Cristo assume tutti gli atti religiosi degli uomini e li finalizza alla perfetta adorazione del Padre. La piccola candela, in mano ad ogni uomo, diventa una grande luce; luce delle Genti, e privilegio e gloria d’Israele. Quando Israele capirà, si sbalordirà della sua grandezza e si glorificherà del suo privilegio vero. Da questo mistero, come sempre, non è assente la Passione: attraverso la profezia fatta da Simeone alla Vergine: «Una spada»: la passione di Maria per la Passione di Cristo. Con la sua Passione e la passione della sua Vergine Madre, il Cristo ha riscattato tutto il dolore: per dirci che tutta la nostra passione è già riscattata, già risolta in Lui: anche per questo ci rallegreremo. Già adesso ci si preannunzia la liberazione: passaggio attraverso noi che siamo imprigionati nel dolore, passiamo attraverso il dolore, come certi santi tra le fiamme. Noi passeremo attraverso i patimenti e la morte, ma solo di passaggio, per raggiungere la Gloria” 
(d. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerusalemme, 2.2.1983) 



Scrivi un tuo commento


Suore di Gesù buon Pastore – Pastorelle

© 2004-2022 - www.pastorelle.org - Tutti i diritti riservati