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La mistica del vivere insieme

Inserita il: 06/11/2014

3 commentario(i) ...


Nei giorni 18-19 ottobre e 1-2 novembre 2014, in Albano Laziale (Roma) si sono svolte due assemblee che hanno offerto a tutte le sorelle delle comunità della Provincia Italia Centro Sud-Albania la possibilità di riflettere sul tema: le relazioni nelle componenti ecclesiali. Ha guidato la riflessione la biblista Rosanna Virgili, docente di esegesi dell’Antico Testamento presso gli Istituti Santa Cecilia di Roma e Marchigiano, la quale attraverso un’esposizione profonda e chiara di alcuni testi biblici ci ha messo davanti alla sfida di scoprire e trasmettere la mistica del vivere insieme, la spiritualità dell’incontro e la bellezza del prenderci cura le une delle altre. 

Nella prima assemblea la prof.ssa Virgili, ha introdotto il tema fondamentale delle relazioni considerando la storia di Adam nel giardino dell’Eden e si è soffermata sull’azione di Dio, che vide la solitudine di Adam e disse: Non è buono che l’uomo sia solo, voglio dargli una compagnia, un aiuto. Così Dio rimise mano alla sua opera, la riprese, la riaprì, gli tolse la costola sotto il cuore. La solitudine di Adam viene spezzata, rinasce la vita nuova che diventa canto: Osso delle mie ossa. La relazione è dono di Dio, nasce da una trasformazione interiore, apre la mente sul cuore e al canto: l’essere umano diventa un essere di comunione. 
 
La riflessione continua con la storia di Lia e Rachele, due sorelle, mogli di Giacobbe, in lotta per il riscatto personale. Nell’evidenziare il conflitto da esse vissuto, la prof.ssa ha posto l’accento sull’importanza della sororità, come luogo di vita, di riconoscimento e di condivisione dei doni. La lotta tra ‘carismi’ fa perdere l’orizzonte della grazia di Dio in quanto la relazione, quale palestra della fede, comincia proprio col nascere del sentimento di meraviglia per l’altro, per il diverso. 
 
Nel secondo intervento la Virgili ha sviluppato il tema delle relazioni vissute tra le componenti ecclesiali soffermandosi a considerare sia il ruolo della donna che il rapporto uomo e donna così come viene presentato nei primi capitoli del Vangelo di san Luca, i cui protagonisti sono  Zaccaria, Elisabetta e Maria. Secondo san Luca, in questa pericope iniziale, sono le donne le portatrici della buona notizia del Vangelo; Zaccaria all’annuncio dell’Angelo rimane muto. Egli, il custode della tradizione, l’uomo giusto che osserva la legge, trasparente dal punto di vista etico, non può dire la parola di speranza al popolo in attesa del Messia,  perché non riesce a vedere la novità di Dio. 

Nella seconda assemblea i testi biblici di riferimento sono tratti da Esodo e dal Vangelo di Giovanni cap. 11 posto in relazione con il Vangelo di Luca cap. 10, 38-42. A partire dal libro dell’Esodo siamo state invitate a considerare le relazioni parentali di Mosè, Aronne e Miriam, a osservare come la vita dell’uno sia profondamente legata all’altra non solo nell’infanzia ma anche nella grande impresa affidata da Dio nel condurre a liberazione gli israeliti. Significativa la figura della sorella Miriam che nel porre Mosè nel cestello di papiro cosparso di bitume e affidato alle acque del Nilo, continua a vegliare sulla sua vita affinché il bambino non perisca nel fiume.  Ella, Inoltre, da fanciulla stratega permette al neonato di non interrompere la relazione con la madre, segnalandola alla figlia del faraone come nutrice per il fanciullo. Da qui la considerazione che fratello o sorella non si nasce, ma lo si diventa nel prendersi cura l’uno dell’altro. Divenuti poi adulti i tre fratelli come gruppo familiare condurranno il popolo d’Israele attraverso il deserto. 
 
Il secondo momento della riflessione è segnato dalla visitazione del testo evangelico che trova in Betania il corrispettivo di famiglia composto da due sorelle e un fratello a cui il Signore Gesù è legato da vincoli di amicizia. 
 

La famiglia nel Nuovo Testamento è la fraternità, gruppo di fratelli e sorelle, dove i legami non si fondano sul legame di sangue ma sulla relazione. La famiglia è la “casa” che accoglie il Signore, la ”casa” cha sa andare oltre i soli gesti necessari all’accoglienza dell’ospite, realizzando così una rottura con la tradizione puramente giudaica. Maria seduta ai piedi del Maestro rende visibile quella comunità cristiana, in ascolto della Parola di Dio,  che si lascia fecondare attraverso un atto di amore. Tra le due sorelle e Gesù nel momento della morte del fratello Lazzaro, si può notare un vero circuito di comunione: Gesù manifesta la propria commozione di fronte alla morte e la sua intima relazione con il Padre nel rendimento di grazie per l’opera che sta per compiere.  L’icona della “casa” mutuata dalla sacra Scrittura ha permesso alla prof.ssa Virgili di calare nella concretezza l’apporto che ciascuna può dare  per costruire comunione e relazioni nuove, generate da Cristo Gesù. 
 
Nelle due assemblee abbiamo ascoltato storie di vita diverse, alcune tratte dall’Antico  Testamento, altre dal Nuovo Testamento: tutte storie di vita comunitaria che si sono intrecciate e hanno intercettato le nostre storie. 
 
Abbiamo compreso come si impara a vivere l’arte delle  relazioni  innanzitutto a “casa”, dove non si può barare, dove la vita è fatta di piccole cose, dove il grande “sacramento” della relazione è la parola dalla quale dipende il clima dell’intera giornata. Infine, è stato sottolineato – senza ignorare la vita di comunità del popolo di Israele – come sia il Nuovo Testamento a indicarci la verità sull’essere Chiesa e a tracciare la via per costruire la comunità cristiana. In che modo? Leggere e meditare la Parola dell’Evangelo per fare tesoro dei tentativi, degli sforzi e delle difficoltà incontrate da Cristo Gesù e dalla sua comunità, dalle comunità di Paolo, dalle comunità cristiane in genere. 

I giorni trascorsi insieme sono stati un dono non solo per l’abbondanza della Parola spezzata attraverso la lettura esegetica dei brani segnalati, ma anche per il ritmo ordinato della giornata scandita da: preghiera, riflessione personale, confronto in assemblea. Questi rimarranno, certamente, per ciascuna di noi una ricchezza inestimabile per lo scambio fraterno e per l’acquisizione di uno slancio nuovo per vivere nell’oggi il nostro carisma pastorale.

 

Sr Rita Mossoni





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Paysandu - Uruguai

08/11/2014 | 21:37

Lindo!"La relazione è dono di Dio, nasce da una trasformazione interiore, apre la mente sul cuore e al canto: l’essere umano diventa un essere di comunione."Saluti cari a tutte, in comunione suore del Uruguay: Isabel, Anetti , Maria.

alessandrina

07/11/2014 | 13:58

Con tutte voi Lodo e benedico il Signore per la meravigliosa Esperienza Fraterna così espansiva fino di arrivare a beneficare l'umanità intera e raggiungere il mio cuore aumentando la GIOIA di essere PASTORELLA!.in comunione suor alessandrina

Albina Bosio

07/11/2014 | 13:13

Che bello poter riflettere insieme un argomento del tutto vitale. Saluti cari a tutte.

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